Mein Bester Feind è la prima bella sorpresa qui a Cannes! un film di una leggerezza e di un'umanità, che i cineasti nostrani hanno da invidiare.
Il nazismo è l'assenza dell'immagine, della storia, della memoria. I tedeschi, dopo 70 e più anni di febbrile insonnia, da qualche tempo hanno ricominciato a sognare (il cinema è come il sogno, no?)
I nuovi cineasti tedeschi, giovani come il loro pubblico, usano occhi nuovi per dire di un passato che sembrava inenarrabile, per fare luce sulla banalità del male e sui meccanismi con i quali si riproduce. Raccontano una separazione: il passato è finalmente passato. Spero perciò che questo film trovi distribuzione in Italia, dove un retaggio forse meno "nero" ma comunque orribile, è ancora lì, come brace sotto la cenere.
Da Cannes Mario Cirillo per Farnese CinemaLab.
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