Ocelot, dice bene Elena, ha confezionato dell'ottimo materiale didattico, facilmente suddivisibile in pillole/episodi, quante sono le microstorie messe in scena dalla giovane coppia di protagonisti. La mia critica parte da qui, dal notare l'assenza reale di un film, di un filo, di una storia, che leghi in modo convincente le tante favole raccontate. Ci sarebbe da dire su ciascuna di queste sottostorie, ognuna diversa dalle altre, ma non voglio cadere nel suo tranello. Ocelot attraversa momenti di grave crisi creativa, di spezzettamento delle idee e delle immagini, in genere preceduti e seguiti da opere complete, ricche e complesse. Questo sembra uno di quei momenti. Come e peggio di "principi e principesse", che almeno non proponeva l'assurdità del 3D. Speriamo sia il preludio di ben altra meraviglia.
Da Cannes Mario Cirillo per Farnese CinemaLab
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