Wednesday, July 12, 2006

La posizione della missionaria

Madre Teresa di Calcutta, una donna inquietante, la cui figura appare fortemente compromessa da questo piccolo saggio di Christopher Hitchens. Con gustosa postfazione dello stesso Hitchens in cui ci racconta il suo ruolo di avvocato del diavolo nel processo di canonizzazione della suora Teoria e pratica di Madre Teresa

Autore: Christopher Hitchens
Nazionalità: USA
editore: Minimum fax

PROLOGO:

DIGLI DI SMETTERE DI BACIARMI!
Psicodramma Grottesco – ATTO UNICO

LE PERSONE DEL DRAMMA:
Madre Teresa
Povero malato di cancro terminale

La scena:
Una stanza spoglia tranne pochi miseri giacigli a terra, ma pulita, a Calcutta
Poche comparse, uomini e bambini, distesi sulla nuda terra o sui giacigli, chi immobile, chi contorcendosi e lamentandosi.

Entra MADRE TERESA e prende la mano del POVERO MALATO, che rantola in preda ad atroci sofferenze

MADRE TERESA (in piedi, guardando il pubblico) stai soffrendo come Cristo sulla croce, sicuramente è Gesù che ti sta baciando.

POVERO MALATO allora, per favore, digli di smettere di baciarmi!


Fine del dramma

Ogni riferimento a fatti o persone reali è documentato e filmato. E il libro che voglio recensire e che descrive una Madre Teresa di Calcutta inedita, nasce appunto da un documentario prodotto da Channel four dal titolo inquietante “Hell’s Angel”. L’autore di entrambi è Christopher Hitchens, americano, giornalista d’inchiesta.

La Posizione della Missionaria, mi colpì per il titolo dissacrante, che farebbe pensare a scabrose rivelazioni sulla vita privata di un personaggio cult dell’immaginario occidentale. Dopo averlo adocchiato in libreria ho dato una prima scorsa al libro, fantasticando, da vecchio pervertito, l’immagine agghiacciante della cara vecchina in posizione hard a cavallo di Escrivà, ma, fortunatamente per noi tutti, nel libro non ci sono foto! In compenso di rivelazioni scabrose ne ho trovate, eccome! Non sulla vita privata, ma su quella pubblica della suora albanese. Cose che peraltro sono sotto gli occhi di tutti, ma che pochi, anche tra i laici, pare riescano a vedere.
E’ evidente che Agnes Bojaxhiu, al secolo Madre Teresa di Calcutta (odierna Kolkata) ha beneficiato di un processo di mistificazione collettiva su scala globale dovuto ad una ottusa e razionale attività politica che la stessa suora ha portato avanti con caparbietà monolitica nella sua lunga vita, complice una grancassa massmediatica superficialmente terzomondista. Il fenomeno Madre Teresa è indice dell’ignoranza dell’occidente e della religiosità che ci pervade. E’ un incantesimo, che a me fa pensare a quello Hitleriano.

Vediamo al mio caso, che penso sia in parte generalizzabile:Ricordo di aver “scoperto” Madre Teresa in età prepuberale, (quando ancora condividevo con lei l’illibatezza), leggendo le copie di “Gente”, abbandonate nel bagno da una madre presumibilmente stitica. E ciò che mi colpì fu quel suo effetto “trasferello”, cioè la naturalità con cui la sua figura minuta, sempre identica, posava vicino ai personaggi più illustri e patinati: reali, presidenti, attori , prelati, rock-star. Ma sembrava così diversa da loro! Lo stesso effetto psichedelico me lo dava solo l’acrilico Sai Baba (ma sto divagando!). Insomma, ho un muto ricordo in quadricromia, uno stencil stratificato nel cervello da anni e anni di letture da toilette, cui più tardi Jovanotti ha dato pure la colonna sonora. Per me Madre Teresa era un’icona, una santa vivente!!! Un’intoccabile, come quei files fissi che non si muovono dal loro spazio di memoria quando fai la deframmentazione disco. Aveva retto a tutto fino ad oggi. Ebbene, per me il libro in questione ha avuto l’effetto di una formattazione.

La Posizione della Missionaria descrive e documenta i seguenti fatti:

1) Madre Teresa di Calcutta è stata amica di alcuni dei più corrotti ed efferati tiranni della sua epoca, da quelli “democraticamente eletti “ come la Tatcher e Reagan, a veri e propri dittatori fascisti come quel grassone di Duvalier jr., aka Baby Doc di Haiti che ben ci ha raccontato Jonathan Demme in “The Agronomist”, o all’efferato Menghistu in Etiopia. Ma la lista delle cattive compagnie non finisce qui…

2) Ha accettato somme miliardarie dai tanti ingenuoni e marpioni, di ogni paese, che pensavano così di alleviare le pene dei più miseri e anche i propri sensi di colpa per la provenienza illecita del denaro. Non ha mai restituito un soldo delle somme donatele da truffatori condannati

3) Non ha mai voluto usare questi soldi per migliorare le condizioni di vita dei degenti nei suoi centri, ha sempre professato infatti un disprezzo per le cose materiali, che però pagavano i poveracci in termini di disagio. Non ha neanche mai voluto investire i soldi per creare efficienti strutture ospedaliere e per acquistare moderni strumenti di diagnosi o cura

4) Conseguentemente la suora e i suoi centri accoglienza non hanno mai curato nessuno. Per Madre Teresa di Calcutta la sofferenza (altrui) era un dono divino e pertanto riteneva di dover assistere, più che combattere, il trapasso dei suoi sventurati ospiti. Uomini, donne e bambini sono stati lasciati nell’incuria, (ma lei se li è curati i suoi malanni, ed in cliniche di lusso!)e segretamente battezzati in punto di morte.

5) Direi che è scontato menzionare il suo rifiuto bigotto della modernità, la sua assoluta contrarietà ad aborto, (storico l’appello alle donne violentate di Bosnia a tenere i figli della violenza subita). Ma anche qui con possibili eccezioni “pro domo sua”: Condanna del divorzio, ma approvazione espressa di quello del’”amica” Diana; contraccezione come sacrilegio, ma sodalizio con l’Indira Gandhi delle sterilizzazioni forzate delle donne indiane.

A me è bastato poco quindi, poche pagine a far cadere decenni di fole. Ma mi chiedo se questa medicina funzioni con tutti. E mi rispondo che no! Non basta! La prima che non sarebbe influenzata dalle tesi del libello è proprio la stessa Neosanta. E così buona parte dei cattolici, che, mi dispiace dire, se si accecano di fronte alle contraddizioni e le ipocrisie del Vaticano, perdoneranno facilmente queste apparenti incoerenze di Agnes e la salveranno. E crederanno al razionale e limpido disegno teologico che traspare dalla seppur increspata superficie degli avvenimenti mondani.

Christopher Hitchens, invece, questa lucidità non sembra averla sempre, il saggio è scritto (o forse tradotto) in uno stile a volte sciatto direi, a volte un po’ contorto. Ma qualche periodo infelice non toglie godibilità alla lettura complessiva. E l’indignazione che ci trasmette l'autore scalda l’animo, al contrario dell’algida luce Ratzingeriana. Sempre che si abbia della vitalità da spendere!

puoi trovare il seguente articolo su questo link:
http://www.newbrainframes.org/journal/art.php?id=948

Surfando ho anche trovato questa foto che la dice lunga,anche più di 130 pagine:Con Michele Duvalier, moglie di “Baby doc” Duvalier

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