Ci avete fatto caso che da qualche anno a questa parte molte nazioni si sono dotate di un brand, proponendosi sul mercato turistico in modo univoco? Alcuni di questi marchi-paese sono veramente inguardabili, altri invece hanno felicemente sposato sintesi a fantasia e personalità. A mio parere il simbolo della Spagna, rubato a Mirò è forse il migliore in circolazione.Anche noi in Italia ci siamo decisi a rivedere il vecchio marchio, quello stampato sui valori bollati, e infatti è in corso il “rebranding” dell’Italia: oltre 60 agenzie di Graphic Design si contendono la commessa istituzionale più importante del paese.Il nuovo logo dell’Italia dovrà battere l’immagine giovane e artistica di nazioni concorrenti, turisticamente agguerrite, economicamente dinamice socialmente spregiudicate come il paese iberico.Dovrà convincere il mondo che l’Italia non è solo arte, storia e buon mangiare, ma anche potenza economica, tradizione democratica, avanguardia sociale.Dovrà soprattutto essere convincente………UAH UAH UAH! Non so a voi ma a me l’impresa sembra disperata!La vera immagine dell’Italia nel mondo è infatti quella di Stato vassallo.Non dell’America o del Nano Malefico, ma di un Nanostato: il Vaticano.
Ma allora non sarebbe più semplice e onesto un semplice restyling del vecchio marchio, come ad esempio, questa proposta di un buontempone anticlericale?
Ma allora non sarebbe più semplice e onesto un semplice restyling del vecchio marchio, come ad esempio, questa proposta di un buontempone anticlericale?
Ho le prove che la mia non è solo una boutade esterofila veteromarxista o rosapugnettista:Ogni domenica, in prima serata, la BBC manda in onda “Panorama”, un programma-inchiesta sullo stile di “Report”. La puntata del 1 ottobre 2006 è un documentario dal titolo “Sex crimes and the Vatican”.Il reportage, che ha già fatto il giro del mondo, parla chiaro: l’Italia è l’anti-enclave di uno Stato Teocratico, e ospita numerosi preti criminali, con processi a carico per pedofilia e violenza su minori, rendendosi complice di una dissennata politica di omertà che la Cupola Vaticana continua a praticare, nonostante i proclami recenti di Paparatzinger.Ho già affrontato questo tema in un precedente articolo, al quale rimando.Qui voglio solo richiamare l’attenzione sul fatto che questo Stato è complice e connivente in crimini contro l’Umanità (che parolone dirà qualcuno)…di uno Stato non democratico.Le dichiarazioni di intenti contro la pedofilia di Benedetto XVI hanno avuto enorme enfasi sui giornali e telegiornali.I Media italiani hanno però censurato ciò che ha costretto il papa a fare quelle dichiarazioni: il dibattito in corso sulla stampa internazionale - connesso all’uscita di questo documentario - sulle responsabilità dirette di Ratzinger al problema degli scandali pedofilia.Veniamo dunque al protagonista del documentario, il nostro Joseph:
nell’epistola De Delictis Gravioribus datata 18 Maggio 2001 e rivolta a tutti i vescovi del globo, Ratzinger scrisse che:«Nei Tribunali costituiti presso gli ordinari o i membri delle gerarchie cattoliche solamente i sacerdoti possono validamente svolgere le funzioni di giudice, promotore di giustizia, notaio e difensore» ribadendo che «le cause di questo tipo sono soggette al segreto pontificio» e che si sarebbero dovuti attendere 10 anni, da quando le vittime avessero compiuto la maggiore età, per rivelare le accuse (ottenendo in questo modo la prescrizione dei reati, a quel punto non più perseguibili). Tale documento quindi, appariva essere un aggiornamento del discusso crimen sollicitationis (traduzione inglese) datato 1962. (citazione da Wikipedia).
Richiamando tale documento Ratzinger rinnovava il divieto a testimoniare in tribunali civili (pena la scomunica) per reati di abusi sessuali che avessero coinvolto religiosi. Il futuro papa avocava al vaticano la competenza esclusiva sulla materia. E, dalle testimonianze del filmato, ciò non ha modificato punto la situazione. Gli abusi, l’omertà e l’impunità continuano ad essere un fenomeno diffuso.
Oggi l’Italia si presta a questo gioco osceno, dando asilo a preti su cui pendono richieste di estradizione in Stati più democratici del nostro.Ci vogliamo o no opporre a questa che è la più ridicola delle situazioni, quella del topo che atterrisce l’elefante? rendiamoci conto di quanto siamo disinformati, cerchiamo di leggere e diffondere un po’ di stampa estera. Sono troppo poche le voci libere in questo paese, che è scivolato nel 2006 dal 77° al 79° posto quanto a libertà di stampa (fino 73° si rientra nella categoria di “Stato libero”). Per la Freedom House, che raccoglie e pubblica questi dati, Non siamo considerati uno Stato Libero.In Europa dopo di noi c’è solo la Turchia (non “puzza” che il Papa ne sponsorizzi oggi l’ingresso nell’Unione?)Eppure nel frattempo Berlusconi è finito all’opposizione! Quindi ora finiamola di prendercela solo col malefico nano! Guardiamo e diffondiamo questo documentario, chiediamo che sia mandato in onda anche da noi, come sta succedendo nei paesi liberi!Segnalo infine che il reportage delle iene del 15 maggio 2006, che denunciava il fenomeno dei preti pedofili, voce isolata (e subito censurata) nel desolante sistema di informazione italiano, finalmente può essere vista online qui.
quest'articolo è disponibile anche su:
http://newbrainframes.org/wordpress/2006/12/17/sex-crimes-and-the-vatican/
nell’epistola De Delictis Gravioribus datata 18 Maggio 2001 e rivolta a tutti i vescovi del globo, Ratzinger scrisse che:«Nei Tribunali costituiti presso gli ordinari o i membri delle gerarchie cattoliche solamente i sacerdoti possono validamente svolgere le funzioni di giudice, promotore di giustizia, notaio e difensore» ribadendo che «le cause di questo tipo sono soggette al segreto pontificio» e che si sarebbero dovuti attendere 10 anni, da quando le vittime avessero compiuto la maggiore età, per rivelare le accuse (ottenendo in questo modo la prescrizione dei reati, a quel punto non più perseguibili). Tale documento quindi, appariva essere un aggiornamento del discusso crimen sollicitationis (traduzione inglese) datato 1962. (citazione da Wikipedia).
Richiamando tale documento Ratzinger rinnovava il divieto a testimoniare in tribunali civili (pena la scomunica) per reati di abusi sessuali che avessero coinvolto religiosi. Il futuro papa avocava al vaticano la competenza esclusiva sulla materia. E, dalle testimonianze del filmato, ciò non ha modificato punto la situazione. Gli abusi, l’omertà e l’impunità continuano ad essere un fenomeno diffuso.
Oggi l’Italia si presta a questo gioco osceno, dando asilo a preti su cui pendono richieste di estradizione in Stati più democratici del nostro.Ci vogliamo o no opporre a questa che è la più ridicola delle situazioni, quella del topo che atterrisce l’elefante? rendiamoci conto di quanto siamo disinformati, cerchiamo di leggere e diffondere un po’ di stampa estera. Sono troppo poche le voci libere in questo paese, che è scivolato nel 2006 dal 77° al 79° posto quanto a libertà di stampa (fino 73° si rientra nella categoria di “Stato libero”). Per la Freedom House, che raccoglie e pubblica questi dati, Non siamo considerati uno Stato Libero.In Europa dopo di noi c’è solo la Turchia (non “puzza” che il Papa ne sponsorizzi oggi l’ingresso nell’Unione?)Eppure nel frattempo Berlusconi è finito all’opposizione! Quindi ora finiamola di prendercela solo col malefico nano! Guardiamo e diffondiamo questo documentario, chiediamo che sia mandato in onda anche da noi, come sta succedendo nei paesi liberi!Segnalo infine che il reportage delle iene del 15 maggio 2006, che denunciava il fenomeno dei preti pedofili, voce isolata (e subito censurata) nel desolante sistema di informazione italiano, finalmente può essere vista online qui.
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http://newbrainframes.org/wordpress/2006/12/17/sex-crimes-and-the-vatican/
2 comments:
ok!
Non male.
Hai una prosa piana e pulita, persino agile.
La scelta delle immagini è un po' deludente, ma poco male.
Buone cose...
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