Tuesday, March 15, 2011

Cercarla al Mattino al Dodici Pose

Fotografie di Mario Cirillo
 24 marzo – 30 marzo
Vernissage 24 marzo 19:00
DodiciPose
Via Casilina, 117





 Cercarla al mattino
fotografie di Mario Cirillo


La fotografia è soprattutto ricerca.
Continuo, assiduo rinvenire nelle pieghe colorate del reale tracce che risuonino del proprio sé. Riverberare del cromatismo e delle forme primarie di quell’immagine di qualcosa che siamo
senza averne pensiero formale, spesso senza averne parole.

La fotografia è soprattutto percezione.
Dalla percezione deriva, alla percezione attiene. È al momento percettivo che segue
il tempo interno dell’attivarsi del soggetto che ricerca.
Ed è tramite la percezione che l’artista, il soggetto, Mario accoglie l’incontro con il mondo:
in questo incontro, può ritrovare le radici profonde del proprio percorso
e, insieme, rendendole visibili, il modo per comunicarle. Incontrare per ricostruire, per svelarsi.
Di questo movimento alle radici del sé, la base è la possibilità di instaurare una relazione:
tra il soggetto che vuole incontrare e il mondo, che, grazie a questa inclinazione,
sembra mettersi in moto per accogliere i suoi passi, partecipare della sua autenticità.
La fotografia si dispiega in questo momento di contatto,
nel processo che porta dallo scatto ricognitivo all’immagine, in cui è  essa stessa relazione, riscrittura, ricerca e riscoperta.

In questo senso la fotografia è sempre disposizione e intenzione, ma, soprattutto, speranza.
Che, al momento dello scatto, il soggetto stabilisca un rapporto con la sua sfera di originario.
Che questo cammino à rebours sempre sulla soglia tra il sogno e il risveglio doni - a chi guarda l’oggetto cercando la sua immagine come a chi guarda l’immagine cercandosi in essa –
un frammento di bellezza, un orizzonte nel quale e attraverso il quale il soggetto
finalmente si ritrova. È.

 “Nel processo “percezione - dimenticanza - ricreazione” l’immagine dell’oggetto reale, del vissuto fisico materiale, è completamente irriconoscibile: trasfigurata dal movimento, dal continuo mutamento della mente, dal continuo alternarsi di “tempo interno” e “tempo di rapporto”.
Come una pellicola fotosensibile esposta più volte reagisce al tempo, l’immagine prodotta è nuova
e inaspettata, senza però perdere il filo con la realtà, proprio perchè saldamente ancorata
al tempo, alla continuità di una vita, di un pensiero” (M. Cirillo).

Questa ricerca di senso è evidente a partire innanzitutto dalla scelta tecnica di usare la fotografia, che, per essere, si nutre di luce: iscrivendo il movimento nella fotografia, allora, si ancora
questo processo al tempo della vita, alla realtà dell’io. Volontà riconoscibile anche nella decisione stilistica di circoscrivere al tempo della ripresa le potenzialità del risultato espressivo,
senza ricorrere alla post-produzione.

Perché solo l’immateriale attira l’immateriale:
1.       quindi, la luce può attirare il pensiero che si dispiega nel tempo;
2.      quindi, adoperando la stessa intangibile sostanza di quello che si cerca si desidera si vuole
si può cercare desiderare volere, esprimere ed esprimersi, la luce con la luce,
il tempo con il tempo.

 “Il paradosso è che l’invisibile rimane tale, percepibile ma impercettibile” (M.C.).
Questo paradosso di visibile e invisibile, percepibile ma impercettibile traspare anche quelle volte
che nell’insieme di uno scatto/tempo/movimento ci salta agli occhi una sottile scia di luce
che disegna una sorta di linea di confine, come se l’immagine stessa,
quell’immagine che stiamo cercando, fosse sguardo segnato, rigato da lacrime.
Lì la luce traccia, visibile e dolorosa, la testimonianza della separazione.
Lì, in quelle fibre di luce, giace tutto il senso di rimembranza di quella necessaria quanto sofferta presa di distanza da cui la bellezza, la vita ha davvero inizio.



Letizia Tavani
Mario Cirillo

Nasce a Roma nel 1975, dove attualmente risiede e lavora.
I suoi primi scatti sono un racconto ininterrotto della città di Roma.
La sua ricerca l’ha portato ad abbandonare il figurativo e a sviluppare un proprio linguaggio
che colga le nuove potenzialità del digitale senza rinunciare al retaggio di una sapienza artigianale.
Il rapporto con l'immagine è mediato solo dall'obiettivo e le foto non sono soggette
a trattamenti successivi.

Nel 2009 ha partecipato alla collettiva “Doppio misto” presso la galleria AV Fotolab.
Nel 2010 ha esposto nella collettiva di fotografia “Eikon” presso la Domus Talenti di Roma,
al festival “Occhirossi” tenutosi al Forte Prenestino, alla collettiva di arti figurative
Ipazia Immaginepensiero” ospite della Festa dell’Unità di Roma, alla collettiva
Osservare i suoni” Presso il Felt , alla collettiva di arti figurative “Origine/Chanzo” presso             la Città dell’Altra Economia e alla personale “Cercarla al Mattino” presso la libreria Odradek.
Nel 2011 ha esposto al festival “Enotika” tenutosi al Forte Prenestino.


Contatti
393-1928750
info@mariocirillo.it

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